La Corte di Giustizia europea ha accolto il ricorso
dell’Italia contro la sentenza del Tribunale dell’Unione Europea che aveva confermato
la validità della pubblicazione dei bandi europei trilingui (inglese, il
francese e il tedesco).
Il Tribunale dell’Unione offrì una sorta di vantaggio
ai cugini inglesi, francesi e tedeschi che la Corte di Giustizia, con la
sentenza del 27 novembre, ha considerato discriminatorio.
Secondo la Corte infatti “il regime linguistico
dell’Unione europea definisce come lingue ufficiali e lingue di lavoro delle
istituzioni dell’Unione le 23 lingue attuali dell’Unione”.
Il risvolto pratico della sentenza implica che ogni
bando di concorso (e relativa procedura) debba essere necessariamente tradotto in tutte le lingue dell’Unione.
Per l’Italia e gli italiani si tratta comunque di un
gran sollievo, data la generale scarsa conoscenza di una seconda lingua.
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