Ancora indietro nel processo di internazionalizzazione, a causa di conoscenza approssimativa dei mercati
esteri, risorse finanziarie inadeguate e scarsa preparazione linguistica, le piccole e medie imprese (PMI) trovano nel web
un supporto fondamentale per raggiungere nuovi mercati e potenziali clienti.
Lo certifica un’indagine Doxa. Le medie imprese
che utilizzano efficacemente il web detengono il 54% di relazioni
internazionali, mentre quelle “non digitali” si fermano al 35%. Il risultato si
concretizza nelle esportazioni: oltre 10 punti percentuali in più per le
“digitali” (87 contro 74). Un dato ancor più impressionante emerge se si
analizzano le PMI: le aziende “digitali” aumentano di 4 volte la presenza di
relazioni internazionali (32% contro l’8%).
Eppure, la fotografia del momento attuale vede una
scarsissima presenza sul web delle PMI: se tra le media imprese almeno una su
due intrattiene rapporti con l’estero, per le aziende di dimensioni minori la
percentuale scende al 12%. Solo il 13 % delle PMI ricerca controparti estere su
internet.
Per uscire dalla crisi e avere successo sui
mercati globali, oltre alla visione imprenditoriale e alla qualità del
prodotto, è indispensabile farsi conoscere sulla rete, utilizzare strumenti di
e-commerce e-adverstising, comunicare attraverso i social network.
Fare business in Indonesia o in Peru è possibile,
anche per un piccolo produttore di scarpe del distretto del Brenta oppure per
una casa vinicola siciliana. Basta crede nelle tecnologie del futuro, avere una
agenzia di traduzioni di fiducia al proprio fianco e saper comunicare in inglese.
maka language consulting
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