venerdì 30 agosto 2013

La comunicazione interculturale veicolo per l’internazionalizzazione


La torre di Babele, Bruegel


La comunicazione interculturale, cioè la forma di dialogo tra culture diverse resa sempre più importante dal mondo globalizzato, viene ancora troppo spesso interpretata come un concetto astratto - soprattutto dalle piccole e medie imprese. Proprio quelle società con la maggior necessità di approfondire l’argomento. Secondo uno studio dell’Unione Europea infatti una impresa europea su cinque si trova in difficoltà in presenza di differenze culturali, con un danno potenziale di business assicurato.

Vediamo allora alcuni vantaggi pratici nel migliorare la comprensione interculturale:

-condurre trattative
-descrivere l’attività sul sito internet dell’azienda
-conformarsi alla legislazione e alle normative locali
-preparare i dipendenti a trasferte o periodi di lavoro all’estero
-fornire assistenza alla clientela e assicurare la qualità del servizio post-vendita
-ottenere pagamenti e recuperare crediti
-preparare e lanciare con successo campagne pubblicitarie all’estero
-condurre ricerche sul mercato estero
-selezionare e gestire agenti o distributori locali
-presentare offerte per appalti pubblici
-conoscere le differenza culturali nei gesti

Riguardo all'ultimo punto, le differenze nella cultura dei gesti possono essere fonte di grande imbarazzo, quindi è bene conoscerle. Attenzione a questi 3 esempi:

- nei paesi anglosassoni il segno V, con il palmo della mano ruotato verso di se, è un insulto sessuale.

- in Brasile il nostro gesto “ok” è l’equivalente del gesto con il dito medio!

- in Giappone mostrare i denti è un atto di grave scortesia, quindi attenzione quando ridete!

Nandita Gujar, responsabile risorse umane del colosso indiano dell’IT Infosys, spiega in maniera semplice l’importanza della comunicazione interculturale: “Noi siamo una impresa globale, semplicemente non possiamo crescere senza il knowhow e l’esperienza per affrontare le altre culture”. Il knowhow parte proprio dalla comunicazione interculturale, evitando così che il tuo business diventi una torre di babele.


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martedì 27 agosto 2013

Aumenta l'export con i consigli della Commissione Europea


















“If I’m selling to you, I speak your language. If I’m buying, dann müssen Sie Deutsch sprechen!” (Willy Brandt, former German Chancellor)

 “Se ti vendo qualcosa, parlo la tua lingua, ma se vuoi vendere qualcosa a me, dann müssen Sie Deutsch sprechen!” (devi parlare tu tedesco)  (Willy Brandt, ex cancelliere tedesco)



Una ricerca condotta dalla Commissione europea sulle piccole e medie imprese esportatrici evidenzia come l’insufficiente conoscenza delle lingue straniere sia un problema europeo (quindi non solo italiano) estremamente serio, provocando la perdita reali di opportunità di business (almeno 40 milioni di euro stimati dalle 200 imprese intervistate).

Lo studio indica quattro consigli per implementare la corretta strategia linguistica e aumentare le esportazioni (tra parentesi, segnaliamo casi aziendali e testimonianze):

1. Impiego di società locali per risolvere problemi linguistici

“per le 200 aziende intervistate, l’impiego di traduttori e/o interpreti professionisti ha contribuito ad incrementare il fatturato del 7,4%“

2. Assunzione di personale madrelingua

“l’azienda ha cominciato a comunicare con il mercato spagnolo in inglese, ma non riusciva a faro in modo adeguato. Nonappena ha assunto un dirigente in grado di parlare perfettamente spagnolo, la situazione è radicalmente miglirata” (Fotona, Slovenia)

3. Scelta di personale dipendente già in possesso di competenze linguistiche

“uno studio sui responsabili delle assunzioni a livello internazionale ha riscontrato che nove capi del personale su dieci considerano la capacità di parlare un’altra lingua un elemento fondamentale per avere successo in Europa, Asia-Pacifico e America Latina”

4. Elaborazione di un piano di strategia linguistica

“il successo dell’azienda è in parte dovuto alla strategia di gestione linguistica. La compagnia ha assunto personale con le competenze linguistiche richieste sui mercati tedesco, francese, russo, statunitense e ucraino, e il suo sito internet è tradotto in ciascuna di queste lingue” (Baest, Repubblica Ceca)

Affidandosi ad una società di consulenza linguistica le aziende possono contare sul supporto di un partner globale in grado di assisterle con servizi linguistici a 360° e di aiutarle nella formulazione della strategia linguistica vincente.


… e qui sotto riportiamo le lingue più usate dalle PMI europee per le esportazioni:


1.inglese        51%
2.tedesco     13%
3.francese      9%
4.russo              8%
5.spagnolo      4%
6. altre           15%



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martedì 20 agosto 2013

Sognando l’America

Delicious Greek-style yogurt















I sogni possono ancora diventare realtà in America – per chiunque e da qualunque parte del mondo arrivi. Hamdi Ulukaya, un cittadino turco di etnia curda e figlio di un umile pastore arrivò negli States nel 1994 per imparare l’inglese portando con sé solo 3.000 $ . Oggi è miliardario.

Nel 2005 vide in vendita una vecchia fabbrica di yogurt dismessa in una piccola città nello stato di New York e gli apparve una visione: usare la sua esperienza e know-how per produrre yogurt magro greco (il quale, per vostra info, è assolutamente delizioso) e proporlo come alternativa agli yogurt americani, dolci e pieni di zuccheri. Un sogno e un rischio, visto che Hamdi possedeva la green card ma non era  cittadino americano. Tuttavia, le banche e le associazioni di piccole imprese statunitensi lo aiutarono fornendogli prestiti, garanzie e consigli su come iniziare l’attività.

Nel giro di un paio di mesi Chonabi yogurt era già una realtà. Hamdi perfezionò la sua ricetta e ricevette un ordine dal suo primo negozio, che andò esaurito velocemente. Seguirono ordinativi sempre più grandi mentre il 41enne immigrato migliorò le sue capacità manageriali e finanziarie attraverso la pratica (non aveva alcuna laurea o precedente esperienza aziendale) fino a portarlo a dar lavoro a oltre 3.000 persone e a ridar vita a piccole aree economicamente depresse. L’America è ancora la terra delle opportunità, quindi continua a sognare.


Referenze: Newsweek, 1 Luglio 2013

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Dreams America

Dreams still can come true in America – for anyone from anywhere. Hamdi Ulukaya, a Turkish Kurd and the son of a simple shepherd moved to the States to learn English in 1994 with only $3.000 in his pocket – today he is a billionaire.

In 2005 He saw a defunct yogurt factory for sale in a small town in New York and a vision came to him, he could, using his cultural knowledge and experience, produce strained Greek-style yogurt (which fyi is absolutely delicious and fulfilling) as an alternative to the sweet sugary American yogurts. It was a dream and a risk, but even though he carries a green card and is not an American citizen the American banks and small business associations helped him out with loans, guarantees and advice on how to go about it.

Within just a couple of months Chobani yogurt was born; he perfected his recipe and received an order from his first store, which quickly sold out – new and larger orders followed, while Hamdi, 41, brushed up on his business and financial skills through practice (he has no degree or prior manufacturing experience) his company took off and he currently provides jobs for over 3,000 people and has consequently revived small economically depressed areas. America is still the land of opportunity, so keep dreaming.


Source: Newsweek July 1, 2013

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