Storie
di mercanti e carovane, di unione tra Occidente e Oriente, Marco Polo, i mongoli
di Gengis Khan, la Cina, l’Asia Centrale.
La
Via della Seta, un insieme di strade, itinerari e camminamenti che collegavano
Changan, la capitale della dinastia Han, con i confini orientali dell’impero
romano passando per Samarcanda e altri città dell’impero persiano, è da sempre
sinonimo di commercio e unione tra
popoli. Uno dei primi esempi di globalizzazione.
I
nobili romani erano affascinati dalla seta ed erano disposti a pagare follie
per averla. Iniziarono a conoscerla durante la battaglia di Carre nel 53 a.C.
quando i parti la utilizzarono nei loro stendardi. Da allora in poi il consumo
di seta e altri prodotti orientali non fece che aumentare sempre più.
Eserciti, mercanti e avventurieri iniziarono a costruire una serie di collegamenti lunga oltre 7.000 km per portare seta e spezie in Occidente e cavalli, oro e argento in Oriente.
A partire dal 1600 la scoperta dell'America, l'isolamento dell'Impero Cinese e l'avvento delle esplorazioni via mare ridimensionarono mano a mano l'utilizzo e l'importanza della Via della Seta. La Guerra fredda avrebbe bloccato ogni possibile ripresa e sviluppo delle antiche rotte commerciali per tutta la seconda metà del Ventesimo secolo.
Oggi, in un mondo globalizzato testimone dell'ascesa economica della Cina, la Via della Seta riprende forma. Pechino sta investendo pesantemente in oleodotti, gasdotti, strade, ferrovie e infrastrutture in tutta l'Asia Centrale per assicurarsi risorse energetiche e partner commerciali considerati di importanza vitale dalla dirigenza cinese. Nel 21 Secolo l'Oriente si avvicina all'Occidente.
Fonte:
maka language consulting
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