Lo sappiamo, l’Italia offre ai turisti un
patrimonio di straordinaria bellezza: siti archeologici, mare cristallino,
clima mite, enogastronomia di eccellenza, tradizioni popolari. Eppure, dati alla mano, il
Mezzogiorno riesce ad attirare solo un ottavo degli arrivi stranieri in tutta
Italia, e mete molto meno votate al turismo nel mondo come la Norvegia o l’Austria
riescono a vendersi meglio e a sfruttare il “travel boom”. L’Austria, per
esempio, conta una popolazione di 8 milioni di abitanti, ma attrae ogni anno 18
milioni di turisti. In Italia siamo oltre 60 milioni ma riceviamo circa 45
milioni di turisti ogni anno…
Il punto è che il turista non chiede solo
mare, sole, pizza e vino – ma piuttosto trasporti, rete web, prezzi
competitivi, pulizia, accoglienza nella propria lingua. E non a caso secondo il
Travel & Tourism Competitiveness Index noi siamo solo al 123° posto per «efficacia
del marketing nell’attrarre i turisti».
Basti pensare che il portale turistico
della Norvegia accoglie i visitatori da ogni parte del mondo con contenuti in
ben 16 lingue, mentre regioni come il Molise e la Calabria non hanno nemmeno
una pagina in inglese. Sicilia e Campania solo italiano e inglese (nemmeno il
tedesco, povero Goethe). L’Abruzzo si “salva” con la traduzione in 6 lingue, e
sembra essere un record. Sapete chi sono i primi visitatori del Belpaese per
numero di ingressi annui? Tedeschi, francesi e statunitensi...
Questo già basterebbe a spiegare come il
mancato investimento in questo ambito si
ritorca contro le regioni del Sud, portando sull’orlo del fallimento anche una
preziosa opportunità come quella del turismo. E’ necessaria una svolta
culturale che porti tutti a conoscere e comprendere il potenziale delle lingue straniere, che sono
la chiave per vendere, in qualsiasi ambito, in tutto il mondo.
Maka Language Consulting
Nessun commento:
Posta un commento