lunedì 5 ottobre 2015

Il rilancio del Mezzogiorno passa dal turismo (e dalle lingue)

 
Ravello, Sud Italia















Lo sappiamo, l’Italia offre ai turisti un patrimonio di straordinaria bellezza: siti archeologici, mare cristallino, clima mite, enogastronomia di eccellenza, tradizioni popolari. Eppure, dati alla mano, il Mezzogiorno riesce ad attirare solo un ottavo degli arrivi stranieri in tutta Italia, e mete molto meno votate al turismo nel mondo come la Norvegia o l’Austria riescono a vendersi meglio e a sfruttare il “travel boom”. L’Austria, per esempio, conta una popolazione di 8 milioni di abitanti, ma attrae ogni anno 18 milioni di turisti. In Italia siamo oltre 60 milioni ma riceviamo circa 45 milioni di turisti ogni anno…   

Il punto è che il turista non chiede solo mare, sole, pizza e vino – ma piuttosto trasporti, rete web, prezzi competitivi, pulizia, accoglienza nella propria lingua. E non a caso secondo il Travel & Tourism Competitiveness Index noi siamo solo al 123° posto per «efficacia del marketing nell’attrarre i turisti».

Basti pensare che il portale turistico della Norvegia accoglie i visitatori da ogni parte del mondo con contenuti in ben 16 lingue, mentre regioni come il Molise e la Calabria non hanno nemmeno una pagina in inglese. Sicilia e Campania solo italiano e inglese (nemmeno il tedesco, povero Goethe). L’Abruzzo si “salva” con la traduzione in 6 lingue, e sembra essere un record. Sapete chi sono i primi visitatori del Belpaese per numero di ingressi annui? Tedeschi, francesi e statunitensi...  

Questo già basterebbe a spiegare come il mancato investimento in questo  ambito si ritorca contro le regioni del Sud, portando sull’orlo del fallimento anche una preziosa opportunità come quella del turismo. E’ necessaria una svolta culturale che porti tutti a conoscere e comprendere il potenziale delle lingue straniere, che sono la chiave per vendere, in qualsiasi ambito, in tutto il mondo.

Maka Language Consulting

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