martedì 23 aprile 2013

Le 10 città globali dove vivere e lavorare

“Oggi lo specchio del mondo sono le città, non più i Paesi”






Il “2012 Global Cities Index” realizzato da AT Kearney classifica i 66 centri urbani più influenti del mondo prendendo ad esame attività economica, capitale umano, flusso di informazioni, esperienza culturale e coinvolgimento politico. New York e Londra si confermano le prime due città globali,  mentre il resto della top ten mostra nuovi trend.

1. New York
La vera città globale, dove più di un terzo dei residenti sono nati all’estero e il Municipio conta traduttori per 150 lingue.

2. Londra
L’unica città ad aver ospitato per tre volte i Giochi Olimpici, ha saputo reinventarsi adattandosi continuamente ai tempi pur conservando il suo spirito e la sua unicità. 

3. Parigi
Dall’Illuminismo in poi la cultura e la curiosità di Parigi ha sempre attratto artisti, pensatori e studiosi stranieri in cerca di un assaggio della “vie en rose”.

4. Tokyo
La “città perfetta”: pulizia,  organizzazione e modernità producono un ambiente ideale per fare business.

5. Hong Kong
Il mix tra eredità british e cultura cinese ha creato il melting pot asiatico per definizione.

6. Los Angeles
Hollywood, serie TV, celebrità, american lifestyle e sole rendono la “città degli angeli” il luogo scelto da milioni di persone dove perseguire i propri sogni.

7. Chicago
Grazie alla sua posizione di hub logistico internazionale, “sweet home” Chicago è diventata una città multietnica dove tutte le nazionalità si sentono davvero a casa.

8. Seoul
Il boom economico del “Miracolo del fiume Han” ha trasformato la megalopoli sudcoreana nella capitale della quarta economia dell’Asia e di multinazionali come Samsung, Hyundai e LG.

9. Bruxelles
Città bilingue e capitale de facto dell’Unione Europea, attrae poliglotti da ogni dove appartenenti a think tank e organizzazioni internazionali.

10. Washington D.C.
Il boom dei settori hi-tech e bio-tech ha reso Washington una mecca per l’immigrazione qualificata: la maggior parte dei residenti nati all’estero vanta posizioni lavorative altamente retribuite.


... e le città italiane? Roma si classifica il 28mo posto grazie soprattutto al fascino eterno della sua storia, mentre  Milano sale di un posto ma rimane solamente 41ma.


Referenze
2012 Global Cities Index, ATKearney
http://www.atkearney.com/documents/10192/dfedfc4c-8a62-4162-90e5-2a3f14f0da3a


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Top ten global cities

"Cities are today’s window to the world"

The 2012 Global Cities Index ranks the top cities worldwide based on business, human capital, the exchange of information, cultural experience and political engagement. New York and London are still the top two leading cities but the rest of the top ten shows a new trend.

1. New York
Global city extraordinaire, more than a third of its residents are foreign born, and there are official state translators for over 150 different languages.

2. London
From a land of emigrants to a land of immigrants, London continually adapts and reinvents itself to keep up with the times.

3. Paris
The culture and curiosity of Paris have attracted foreign artists, thinkers and scholars who want a taste of “la vie en rose” since the Enlightenment.

4. Tokyo
The perfect city, clean, well organized and modern, drawing in the best of hard-core business.

5. Hong Kong
A mix of British heritage and Chinese culture created this truly Asian melting pot.

6. Los Angeles
Hollywood, TV, celebrities, luxury lifestyle and sunshine make the “city of angels” a place that people go to follow their dreams.

7. Chicago
It’s position as an international transportation hub has made “sweet home” Chicago a multi ethnic city where all nationalities are truly at hom.

8. Seoul
The “Miracle on the Han River” economic boom transformed this South Korean megacity into Asia’s 4th largest economy and home of multinationals such as Samsung, Hyundai and LG.

9. Brussels
The ex facto seat of the EU and international politics attracts polyglots from international organizations and think tanks.

10. Washington D.C.
The boom in Washington’s hi-tech and bio-tech economy has made the city a mecca for immigration with most foreign born residents working in well paid white collar jobs.

... and those Italian cities? Rome with its historical flair holds onto the 28th spot while Milan moves up a notch in global status to a mere no.41.

Reference
2012 Global Cities Index, ATKearney
http://www.atkearney.com/documents/10192/dfedfc4c-8a62-4162-90e5-2a3f14f0da3a


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lunedì 22 aprile 2013

Marketing interculturale: l’esperienza negativa di Tesco in USA e Giappone


Un supermercato Tesco a Tokyo


















L’uscita di Tesco da USA e Giappone è un caso esemplare di quanto la comprensione dei comportamenti culturali e degli stili di vita dei consumatori risulti fondamentale per penetrare con successo in un nuovo mercato.

Da quando Tesco - terza catena mondiale della grande distribuzione organizzata (GDO) - è approdata negli USA 6 anni fa con la catena di convenience store (supermercati di piccole-medie dimensioni dislocate nei centri urbani) Fresh&Easy non ha mai registrato utili, riportando una perdita secca quantificata in 1,2 miliardi di sterline. Stessa sorte è toccata all’esperienza in Giappone, iniziata nel 2003 con investimenti aggregati pari a 100 milioni di sterline e zero ritorno economico. In entrambi i casi gli errori di marketing e strategia economica possono essere ricondotti di fatto alla scarsa conoscenza della cultura locale, la quale ha impedito lo sviluppo di operazioni commerciali di successo.

Nel caso della campagna statunitense Tesco ha considerato gli USA come un unico mercato invece di agire con azioni di marketing declinate per ognuno degli Stati dove è presente. Richard Lowe, analista di Barclays, in un articolo pubblicato dalla BBC spiega: “Gli USA possono essere paragonati all’Europa: quando agisci in quel mercato devi avere un approccio mirato […] I 50 Stati USA non sono esattamente paragonabili a diversi Stati sovrani, tuttavia mantengono mercati interni molto diversi tra loro”. I supermercati Fresh&Easy hanno ridotto al minimo il customer service ed hanno promosso in minima parte vouchers e coupon, elementi considerati fondamentali nelle scelte d’acquisto dei consumatori statunitensi.

In Giappone Tesco si è imbattuta in un mercato iper-competitivo nel quale i consumatori premiano la fedeltà, la qualità e il servizio al cliente. Impossibile, per gli oltre 120 negozi di Tesco dislocati nell’area metropolitana di Tokyo, competere con giganti giapponesi come 7 Eleven e Aeon presenti in maniera capillare con 10-12.000 konbini ( gli onnipresenti ”supermercati di quartiere”) e in grado di garantire una qualità di prodotto molto elevata a prezzi contenuti, oltre ad offrire una assistenza clienti eccellente.

Tesco è comunque in buona compagnia: Wal-Mart, Carrefour e Boots sono altri colossi mondiali della GDO che negli ultimi anni hanno dovuto alzare bandiera bianca nel Sol Levante, tutti convinti di poter penetrare un mercato che in realtà è molto complesso e richiede una conoscenza culturale approfondita.

L’esperienza fallimentare di Tesco testimonia una volta di più che le barriere culturali, nonostante la globalizzazione possa averle ridotte, continuano ad esistere e vanno necessariamente affrontate per poter agire con successo nei mercati internazionali.

Referenze

http://www.latimes.com/business/money/la-fi-mo-fresh-easy-tesco-us-20130417,0,4342693.story

http://www.bbc.co.uk/news/business-22179255

http://online.wsj.com/article/SB10001424052702303703004577474260371972518.html 


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mercoledì 10 aprile 2013

I 10 Paesi più istruiti al mondo





L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha pubblicato il suo rapporto annuale “Education at a glance 2012” sul livello di istruzione dei Paesi aderenti.

Il rapporto calcola il numero di residenti in possesso di diplomi di laurea o titoli equivalenti sul totale della popolazione, nonché le spese di ogni paese dedicate all’istruzione.

Il dato curioso è che non sempre i Paesi che spendono di più hanno la popolazione più istruita, ma la notizia più confortante è che in media le popolazioni più istruite riescono più facilmente a trovare o mantenere un lavoro rispetto a coloro che non lo sono.

Per la cronaca, se in Canada più della metà della popolazione è in possesso di un titolo di studio di livello terziario, l’Italia è persino sotto la media OCSE del 31%, con solo il 15% di laureati sul totale dei residenti. Inoltre, si colloca al penultimo posto per la spesa destinata all’istruzione, con un misero 9% contro una media OCSE del 13%.

Sulla base dei dati raccolti nel rapporto dell’OCSE, il Wall Street Journal ha stilato una classifica dei 10 Paesi con il livello di istruzione più alto nel mondo…ecco la top ten:

1)  Canada
La politica migratoria post-11 Settembre imposta dagli Stati Uniti ha dirottato molti talenti stranieri in Canada, che ha saputo trarne ottimi benefici.

2)  Israele
Il piccolo Paese medio-orientale è grande nel campo dell'innovazione: vanta la più alta percentuale di scienziati per ogni 100.000 lavoratori (135).

3) Giappone
Se il Sol Levante, dopo essere uscito distrutto dalla Seconda Guerra mondiale, è diventato una potenza economica, lo deve anche e soprattutto all'elevata istruzione della propria forza lavoro.

4) Stati Uniti
E' il Paese che vanta ancora la migliore educazione universitaria del mondo. Harvard, MIT, Stanford, Colombia e gli altri top atenei statunitensi rappresentano il sogno di milioni di studenti nel mondo. 

5)  Nuova Zelanda
I Kiwi

6)  Corea del Sud
Quanto sia importante l'educazione nel Paese del Taekwondo lo si capisce il giorno degli esami d'ammissione all'università, quando il traffico viene bloccato e gli elicotteri sorvolano le città.

7)  Regno Unito

8)  Finlandia
Un sistema educativo unico, pubblico al 100% nel quale la differenza tra studenti più e meno bravi è la più bassa del mondo.

9)  Australia


10) Irlanda
Negli anni Novanta la "tigre" d'Europa ha investito massicciamente (e con successo) in educazione con l'obiettivo di formare i talenti delle prossime generazioni.



Referenze
http://www.oecd-ilibrary.org/education/education-at-a-glance-2012_eag-2012-en


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