lunedì 24 marzo 2014

Aggiornare l’inglese (tecnologico)











Anche quest’anno l’Oxford English Dictionary (OED) prende con sé nuove parole entrate a far parte del linguaggio comune. L’anno scorso avevamo parlato delle parole riconosciute dall’OED tra il 2012-13 e oggi vi raccontiamo le new entry 2013-14.

Prima fra tutte, la parola più cliccata sul web nell’ultimo anno: selfie. Usata per identificare la tendenza di farsi foto dagli smartphone, insieme con  iOS, sistema operativo di Apple e following proveniente dall’universo Twitter.

Dal computer ai tablet, da internet ai social media: il mondo della tecnologia e del web è il più ricco di termini aggiornati e nuovi che oggi sono usati nel quotidiano. Eccone quindi alcune ufficialmente riconosciute da Oxford:

Tweetable
Aggettivo
Specifica qualcosa di incline ad essere postato sul social network Twitter
The president delivered a great collection of tweetable lines this morning

Social sharing
Sostantivo
Pratica di condivisione di contenuti tramite web e social media
Mobile technology and social sharing have reshaped the media industry in recent years

Phablet
Sostantivo
Unione di “phone” e “tablet”
A 3.5 inch screen is inadequate in a market that is trending towards phablets

Touchless
Aggettivo
Indica la caratteristica di un oggetto a essere adatto alla tecnologia touch-screen
The house is activated by touchless radar sensors and voice control

Live-stream
Verbo
Trasmettere/ricevere video in tempo reale su internet
You can live-stream the performance from your computer

Chi si sente un nerd tecnologico, da oggi può definirsi…

Geek chic
Aggettivo
Appassionato di tecnologia, “alla moda”
The crowd is young, the style is geek chic, and the latest in computer gadgetry is on display

E chi ne è addirittura dipendente ha bisogno di un…

Digital detox
Sostantivo
Momento di astensione da dispositivi elettronici per diminuire lo stress
Break free of your devices and go on a digital detox


Tenere aggiornato il proprio inglese è importante per sviluppare confidenza e fluidità in contesti contemporanei e utili. Se un buono studente s’informa assiduamente sulla tecnologia, un buono studente di inglese conosce tutti i nuovi vocaboli tecnologici in lingua inglese.


Reference:



Maka Language Consulting 

lunedì 17 marzo 2014

L'Italia e l'innovazione














L’attenzione rivolta all’innovazione è molto forte in alcuni Paesi del mondo, come Stati Uniti, UK e Giappone. Il Sole 24 Ore ha stilato una classifica delle 20 città più innovative del mondo.

I parametri su cui è strutturata la classifica sono la maturazione di start up, la quota di investimenti, le performance societarie, i talenti presenti, i servizi di supporto, trend setter, differenzazione e la cultura d’impresa. Al primo posto c’è la celebre Silicon Valley, poi Tel Aviv in Medio Oriente, e a seguire Los Angeles, Seattle, New York, Boston, Londra, Toronto, Mosca, San Paolo, Sidney, Melbourne, Berlino, Chicago, Parigi, Waterloo, Singapore, Bangalore, Santiago.

Ma che dire dell’Italia? Una delle innovazioni made in Italy più rilevanti e conosciute degli ultimi anni è il progetto piemontese Arduino, piattaforma di prototipazione elettronica open-source di hardware e software. Nel 2003 l’Emilia Romagna ha creato la Rete Alta Tecnologia con sei piattaforme (agroalimentare, costruzioni, energia e ambiente, design, meccanica e materiali, scienze della vita) e dieci tecnopoli nelle sue province. Il risultato: 1547 contratti di ricerca, di cui il 35% con aziende, nonostante la crisi, grazie a 2000 ricercatori, per un valore totale di 115 milioni di euro. La Lombardia gode di 12 università, molteplici centri di ricerca pubblici e privati, 82000 imprese, 9 cluster tecnologici su cui presto verranno investiti un milione di euro nelle loro fasi di start up e che diventeranno nuovo target di riferimento della smart specialization e della cross-fertilization tra i vari settori delle “industrie emergenti”: aerospazio, agroalimentare, eco-industria, industrie creative e culturali, industrie della salute, manifatturiero avanzato e mobilità sostenibile.

Nel Sud Italia invece le regioni attive - Campania, Calabria, Molise, Basilicata e Puglia - stanno facendo progressi nel campo della social innovation: “Per noi è evidente che l’innovazione non dev’essere solo tecnologica, ma deve sapersi coniugare con il benessere sociale e la qualità della vita” – spiega Adriana Agrimi, dirigente responsabile per l’innovazione della Regione Puglia.. Anche la Basilicata è considerata un modello: si sta investendo sulle fattorie sociali, sulla multifunzionalità dell’agricoltura ma anche sulla ricerca per il monitoraggio ambientale, sulla fornitura di servizi di connessione tramite satellite e sulle applicazioni necessarie allo sviluppo di location based services.

Un tratto caratteristico del processo d’innovazione è sicuramente la presenza di team multiculturali e di conseguenza una conoscenza adeguata della lingua inglese, mezzo di comunicazione globale. L’Italia, anche in questo frangente, sta recuperando il ritardo accumulato negli anni passati, e non è un caso che le regioni più innovative sul fronte sociale e tecnologico siano quelle che più attente anche all’aspetto didattico-linguistico. 

maka language consulting


mercoledì 5 marzo 2014

Italia e Giappone: legami storici, opportunità straordinarie
















I rapporti tra Italia e Giappone sono secolari. I primi contatti tra Europa e Giappone si hanno proprio grazie al resoconto di un italiano, il grande viaggiatore Marco Polo, che visse e viaggiò in Asia per 17 anni. Fu lui il primo europeo di cui si hanno notizie a descrivere il Cipango, “una isola in levante, ch'è ne l'alto mare 1.500 miglia”.

Nel 1542 attraccò in Giappone la prima nave europea: una corvetta portoghese carica di gesuiti, di cui molti erano italiani. La prima missione diplomatica giapponese in Europa risale invece al 1582. I nobili giapponesi fecero un grand tour dell’Europa, passando come tappa obbligata a Roma e nel 1585 il Papa assegnò alla delegazione giapponese la chiesa di Santa Maria dell’Orto, ancora oggi in uso dalla comunità cattolica giapponese. 

La prima nave mercantile italiana giunse a Nagasaki nel 1860 e già 6 anni più tardi venne firmato il primo trattato di amicizia tra i due Paesi: alle navi italiane vennero aperti i porti di Kanagawa, Nagasaki e Hakodate.  

L’Italia acquisì un’influenza significativa nell’opinione pubblica dell’elite Meiji, tanto che alcuni italiani ricoprirono cariche importanti nel Governo: Edoardo Chiossone fu il direttore dell'Officina Carte e Valori del Ministero delle Finanze, Alessandro Paternostro fu invece consigliere giuridico per il Ministero della Giustizia. 

Anche la sfera artistica e culturale giapponese subì l’influenza italiana. Artisti come il pittore Antonio Fontanesi, lo scultore Vincenzo Ragusa e il movimento futurista contribuirono a plasmare l’arte giapponese moderna. Il successo dell’opera lirica invece portò allo sviluppo di un inedito genere musicale chiamato “opera giapponese” - il quale a sua volta influenzò l’opera italiana (pensiamo solo a “Madama Butterfly” di Puccini, ambientata a Nagasaki). 

Oggi, le relazioni sono eccellenti. L’Italia, assieme agli USA, è la destinazione preferita dai turisti giapponesi, il Made in Italy è sempre più apprezzato nel Sol Levante e l’italiano tra le lingue più studiate. Non è una coincidenza se il videogame giapponese di maggior successo di sempre ha un nome italiano (Mario) e lo stesso vale per molte automobili di successo. Gli italiani invece associano il Giappone con il futuro e la tecnologia (Toyota, Panasonic e Sony sono tra i brand più apprezzati) ma anche con la cultura pop, l’eleganza e la tradizione : le mostre di artisti giapponesi vanno sempre sold out.  

I margini di crescita sono ancora altissimi, se pensiamo che l’interscambio commerciale bilaterale è di 8 miliardi di euro, inferiore all’interscambio con Romania o Polonia. I limiti rimangono la distanza geografica ma soprattutto le barriere legali, protezionistiche e linguistiche (le cosiddette “barriere non tariffarie”). Approfondire lo studio del giapponese e  del mercato interno offre alle imprese italiane opportunità straordinarie. 

Reference:


lunedì 3 marzo 2014

Le certificazioni linguistiche nel mondo













Oltre al detto “paese che vai, usanza che trovi” , oggi, ne potremmo creare un altro: “paese che vai, certificazione che trovi”. La conoscenza delle lingue straniere è diventata, infatti, di vitale importanza per rimanere al passo coi tempi e col mondo del lavoro. Per questa ragione in ogni nazione esiste un diverso certificato che attesta il livello di conoscenza della lingua da parte dello straniero. L’inglese rimane la lingua più ricercata, seguita dallo spagnolo, dal francese, dal tedesco, dal cinese e dal russo. Per ogni lingua, si trovano diversi tipi di certificazioni; questo significa che a seconda del livello richiesto, bisogna approfondire di più una competenza piuttosto che un’altra.

Vediamo insieme quali sono le certificazioni più importanti nelle principali lingue europee.

INGLESE
Le certificazioni Cambridge, che sono quelle maggiormente qualificate, si dividono in 3 livelli: FCE( First Certificate of English) di livello B2, CAE ( Certificate of Advanced English) livello C1 e CPE ( Certificate of Proficiency in English) livello C2.

SPAGNOLO
Per lo spagnolo abbiamo gli esami del DELE, (Diplomas de Español como Lengua Extranjera) sono titoli ufficiali che attestano il grado di competenza e dominio della lingua spagnola. L’esame è suddiviso ulteriormente in sei livelli. Vengono rilasciati in tutto il mondo dall’Istituto Cervantes, in collaborazione con l’Università di Salamanca, per conto del Ministero Spagnolo della Pubblica Istruzione.

FRANCESE
La proposta di certificati di lingua francese, rilasciati dal Ministero dell’Educazione nazionale, si compone di due tipologie: DILF – (Diplôme Initial de Langue Française), DELF ( Diplôme en Language Franςais) e il DALF ( Diplôme Approfondit de Langue Franςais)

TEDESCO
Gli esami del Goethe-Institut sono rinomati e riconosciuti in tutto il mondo come certificazioni ufficiali della conoscenza della lingua tedesca. Sono quelli del Zertifikat, B1, B2, B2 plus e C1. 
Alcuni esami valgono inoltre come attestazione delle competenze linguistiche necessarie per l'accesso alle università in Germania.

RUSSO
Il sistema di certificazione TRKI-TORFL (Test of Russian as a Foreign Language) prevede sei livelli  di certificazione che corrispondono ai livelli standard in uso per le altre lingue europee.

PORTOGHESE
Il certificato di Conoscenza della Lingua Portoghese per Stranieri, prevede quattro livelli:
DEPLE, (Diploma Elementar de Português Língua Estrangeira) DIPLE, (Diploma Intermedio de Português Língua Estrangeira) DAPLE, (Diploma Avançado de Português Língua Estrangeira) DUPLE, (Diploma Universitario de Português Língua Estrangeira).

Anche paesi emergenti come la Cina e la Corea del sud hanno istituito le certificazioni linguistiche

CINESE
L'esame di certificazione della lingua cinese HSK (Hanyu Shuiping Kaoshi) è l'unico esame riconosciuto per la valutazione del grado di conoscenza del cinese. Esistono diversi tipi di prove, ognuna delle quali certifica un preciso livello di conoscenza del cinese su una scala da 1 a 11.

COREANO
L'esame definito TOPIK (Han'gugŏ nŭngnyŏk sihŏm) è un esame riconosciuto dal governo coreano per la valutazione delle competenze linguistiche di coloro la cui madrelingua non è il coreano. L'esame si suddivide in tre categorie (elementare, intermedia, avanzata) e sei livelli. I diplomi vengono rilasciati dal Korea Institute of Curriculum and Evaluation

L’esame di certificazione si compone diverse sezioni che valutano le competenze linguistiche chiave. Per raggiungere i risultati migliori in ognuna delle sezioni e quindi ottenere un voto globale elevato è essenziale prepararsi al meglio attraverso dei corsi di preparazione ad hoc.   

In Bocca al lupo per il tuo esame! 


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