lunedì 15 luglio 2013

Salami goes to the USA














Dal maggio scorso gli USA hanno aperto all’esportazione di salumi semistagionati (salame, pancetta e culatello) provenienti da Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Trentino Alto-Adige, considerate zone immuni dalla Malattia Vescicolare del Suino (MVS). Vanno così ad aggiungersi le regioni per le quali era già stata certificata l'assenza di MVS, ovvero Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche e Valle d'Aosta

Una notizia “epocale” secondo l’Associazione delle industrie italiane della carne e dei salumi (ASSICA), poiché permetterà di far decollare le esportazioni di un intero settore in uno dei mercati più importanti del mondo. Il giro d’affari si stima possa raggiungere i 250 milioni di euro di maggior export.

Ora, molte imprese italiane dovranno attrezzarsi per sbarcare nel mercato statunitense imparando a conoscerne le peculiarità in campo culturale e nel business. E’ vero infatti che negli States il made in Italy è riconosciuto, apprezzato e di gran moda ma attenzione: non sottostimate le barriere culturali e linguistiche presenti in un mercato così grande e complesso.

p.s: salami in inglese è singolare di salame

maka language consulting

Le immagini presenti in questo post sono prese da internet, e considerate di dominio pubblico. Qualora infrangessero copyright, siamo a completa disposizione per rimuoverle prontamente   

Nessun commento:

Posta un commento