martedì 10 giugno 2014

Breve storia dell’inglese in Italia




La lingua inglese permette a tutti noi di comunicare più facilmente, ma come si è arrivati alla necessità di impararlo? 

Sin dai tempi del fascismo, quando francese e tedesco dominavano la vita e l’educazione, ci si batteva per trovare una traduzione italiana ad ogni costo. L’inglese quindi assumeva l’identità di “lingua della ribellione”, della libertà dalle regole imposte. 

Con la fine della guerra acquisiva anche una sorta di fascino e riusciva persino a diventare una “moda”. 

Gli anni 60 sono caratterizzati dalla diffusione collettiva della lingua inglese. Sostituendo il francese con le sue espressioni démodé, incoraggiando soprattutto i ragazzi giovani a viaggiare verso l’Inghilterra e verso nuovi orizzonti culturali. Inoltre il tripudio di dischi e di audiocassette invogliava anche gli adulti ad intraprenderne lo studio. 

Successivamente, irrompendo nella vita di tutti i giorni, i termini inglesi diventano di uso comune, non ci si stupiva più di vederli scritti sulle insegne e i cartelli dei negozi.

Ma sono gli anni Duemila, durante i quali il fenomeno aumenta inesorabilmente, a segnare il vero cambiamento nella storia dell’inglese in Italia. Apprenderlo diventa essenziale, altrimenti si rischia di non rimanere al passo coi tempi. Per la maggior parte delle persone però, capirlo rimane più difficile che leggerlo e parlarlo. 

Per cinque semplici motivi, segnalati da Beppe Severgnini in un suo recente articolo:

1) Chi ascolta non può controllare la velocità di espressione altrui     

 
2) Tutto ciò che è scritto, si può rileggere, chi ascolta invece ha solo una possibilità di sentire


3) L’interlocutore ha un accento, chi scrive no


4) Se un testo resta scritto si può leggere senza esser disturbati da rumori esterni, mentre chi ascolta  può essere continuamente interrotto.


5) Coloro che conoscono l’italiano, il francese o lo spagnolo — lingue nelle quali la velocità di pronuncia corrisponde grosso modo al numero di sillabe — trova parecchie difficoltà ad affrontare lingue stress-timed come l’inglese, nelle quali la durata della frase corrisponde agli accenti che vengono usati per scandirla.


Infine, come ultimo ultimo strumento di diffusione della lingua citiamo il cinema: oggi con la possibilità di ascoltare film e serie televisive in lingua originale, allontanando la pigrizia, aiutiamo la comprensione della lingua e arricchiamo il nostro vocabolario.

Insomma, l’inglese è una lingua tutto sommato semplice, che stiamo imparando a conoscere e che diventerà sempre più importante.



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